Intelligenza artificiale nel mondo reale: casi d’uso e applicazioni pratiche

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Al giorno d’oggi non si parla d’altro. Ogni giorno, almeno una volta, la sentiamo nominare: stiamo parlando ovviamente dell’intelligenza artificiale.

Quello che un tempo sembrava fantascienza ormai avanza a passo spedito e lasciandoci, spesso, disorientati dal vasto mondo che sta diventando.

Per chi ancora non avesse la più pallida idea di cosa sia l’intelligenza artificiale (abbreviata amichevolmente in AI – Artificial Intelligence), si può dire che è quella branca dell’informatica che cerca di replicare il comportamento e ragionamento umano sulle macchine. Chiaramente, non essendo dotata di una coscienza, la macchina ha bisogno di imparare e “ispirarsi” dai comportamenti dell’uomo non potendosi muovere in autonomia. Senza analizzare nel dettaglio ogni aspetto e ogni branca che si ricollega ad essa, adesso cercheremo di capire cosa è possibile (oggi) fare con l’intelligenza artificiale senza alcuna competenza informatica, quali sono le applicazioni pratiche e se è il caso di preoccuparsi di poter essere sostituiti da “robot intelligenti”.

Tieni conto che anche tu, sin da subito, potrai sfruttare la potenza dell’intelligenza artificiale. Molti ci lucrano vendendo materiale prodotto dalle AI, tuttavia si tratta di terreni insidiosi per via del copyright. È bene, prima di prendere iniziative di questo tipo, verificare il tipo di licenza concesso dai sistemi di intelligenza artificiale.

Sono sicuro che un’AI la conosci bene per sentito dire: ChatGPT. Come suggerisce il nome stesso non è altro che una chat con un bot. Questo bot “apprende” dalle interazioni umane, dunque più persone lo utilizzano e più diventa “intelligente”. È in grado di trattare vastissimi argomenti e far fronte alle più disparate richieste. Tuttavia, per ironia della sorte, è carente in alcune cose che per un “robot” appaiono banalissime: i calcoli matematici. Infatti ChatGPT non è affidabile quando si tratta di calcoli in quanto non ha effettivamente la capacità di farlo. Tutto quello che sa ChatGPT lo ha appreso da internet, dunque per banalizzare all’osso la questione, se su internet legge che “2+2 = 5” potrebbe pensare che quello sia il risultato esatto. Per tale motivo, non solo sui calcoli, bisogna prendere con delle grosse pinze tutto quello che dice.

Ma parlando di applicazioni pratiche, cosa possiamo fare con l’AI pur non avendo alcuna competenza tecnica?

Generazione di testi e articoli

intelligenza artificiale e testi

L’intelligenza artificiale è spesso utilizzata per generare dei testi o scrivere articoli di sana pianta. Come detto prima, dal momento che elabora informazioni prese da internet può tranquillamente scrivere delle cavolate o peggio: potrebbe lasciarsi andare ad affermazioni razziste.

Ma ovviamente è un onere dello “scrittore” verificare che quanto scritto da un’AI sia valido e/o politicamente corretto.

Sono diverse le intelligenze artificiali che consentono di fare ciò, tre di queste sono:

Ovviamente un’applicazione simile non si limita solamente al giornalismo. Si può applicare a molte cose: temi scolastici, compiti per casa e sì, qualcuno ci ha scritto tutta la tesi di laurea.

Chiaramente stiamo parlando delle potenzialità di queste intelligenze artificiali per dovere di cronaca e di informazione: è chiaro che alcuni utilizzi sono scorretti e bisognerebbe evitarli o quantomeno impedirli.

Se vuoi sperimentare la scrittura di un testo puoi provare queste intelligenze artificiali che, anche gratuitamente, consentono di testare facilmente questa potenzialità. Le versioni gratuite solitamente consentono di fare tutto quello che si può fare con le versioni a pagamento, ma con qualche limitazione: risposte meno veloci, risposte limitate al giorno o indisponibilità del servizio quando sovraccarico.

Generazione di immagini

disegno intelligenza artificiale

Un’altra cosa a dir poco sconvolgente è la generazione di immagini accurate e di un certo livello. Si è arrivati a un punto tale che, descrivendo un’immagine, anche astratta, venga restituito un risultato dall’elevatissima qualità.

In questo contesto sono diverse le AI in grado di produrre immagini, ne nominerò anche in questo caso 3:

Incredibilmente alcune di queste AI concedono la licenza delle proprie immagini all’utilizzatore che è, dunque, libero di farne un uso che vuole (anche commerciale): tuttavia bisogna sempre leggere bene i termini, perché solitamente questo diritto viene concesso a chi acquista una licenza di utilizzo del software, mentre per chi lo utilizza gratuitamente no. Presta attenzione, mi raccomando!

Il funzionamento in ogni caso è semplice: bisogna descrivere, in inglese, un’immagine a parole proprie. Il resto lo farà l’intelligenza artificiale restituendo in output una o più immagini corrispondenti alla richiesta. Se la richiesta è molto particolare potrebbe essere necessario chiedere più volte la stessa cosa, ma prima o poi quasi sicuramente il risultato soddisferà le aspettative.

Scrittura di codice di programmazione

intelligenza artificiale e programmazione

Un altro grande cambiamento lo hanno vissuto i programmatori o coloro che volevano diventarlo. Le intelligenze artificiali citate prima (ChatGPT, Bard e Claude) sono in grado di scrivere del codice. Come sempre questa capacità deriva dall’apprendimento di queste informazioni attraverso il web, dunque come sempre la qualità non è garantita.

Sebbene utilissimi strumenti, in questo contesto, andrebbero utilizzati solo da chi conosce, almeno in grandi linee, il mondo della programmazione e dell’informatica. Può capitare infatti che una di queste intelligenze artificiali scriva del codice malevolo in grado di infettare il vostro computer.

Dopo aver sperimentato questi bot, ho notato che, in particolare, i linguaggi su cui vanno più forte siano Python e JavaScript, tuttavia sembrano cavarsela egregiamente in ogni linguaggio.

Nell’ambito della programmazione, le intelligenze artificiali, risultano un ottimo supporto sia in fase di apprendimento, sia in fase di lavoro. L’importante è appunto usarli come supporto, fare copia-incolla in maniera indiscriminata senza neanche esaminare il codice che ci è stato fornito potrebbe essere pericoloso.

Un altro contesto in cui tornano utili nella programmazione è la ricerca di errori: chi programma sa bene che un errore si può nascondere subdolamente. Soprattutto se si sta lavorando da qualche ora e il cervello è meno “fresco”. In tal caso l’intelligenza artificiale può esaminare il nostro codice e trovare lei stessa il problema.

Ma così non è a rischio il lavoro delle persone?

intelligenza artificiale e lavoro

Una legittima preoccupazione è quella relativa alla sostituzione dell’uomo nei lavori dove la sua presenza è necessaria. Pensiamo al caso dei disegnatori che potrebbero vedere nella generazione di immagini una reale minaccia. Oppure al caso degli scrittori che potrebbero vedersi a scontrare la concorrenza di gente che prima dell’arrivo dell’AI non era in grado di scrivere un libro o un articolo.

È chiaro che un impatto c’è, tuttavia, secondo il mio parere, probabilmente non è quell’impatto catastrofico invocato da molti.

Questo perché in circostanze professionali l’apporto umano è ancora necessario: un’opera di ingegno umana sarà sempre e comunque diversa da quella di una macchina. Inoltre le intelligenze artificiali sono spesso imperfette, come si può sperimentare personalmente già da ora: è difficile quindi pensare che un professionista possa essere sostituito completamente dall’intelligenza artificiale.

Poi nelle circostanze in cui le macchine svolgono il lavoro dell’uomo c’è comunque bisogno della sua presenza in qualche modo. Magari in una quantità minore, ma comunque servirà. C’è comunque da dire che una macchina che svolge i compiti dell’uomo non ha sempre lo scopo di togliergli il lavoro o di abbassare i costi di produzione. Spesso e volentieri si tratta semplicemente di renderlo più efficiente e sicuro semplificando la vita all’uomo. Pensiamo ad esempio alle macchine che effettuano operazioni chirurgiche: sarebbe impensabile sostituire il chirurgo che è sempre presente e manovra personalmente la macchina.  Ciò non toglie comunque che del lavoro possano sottrarlo.

Inoltre nell’Unione Europea il tema dell’intelligenza artificiale è regolamentato in maniera più stringente rispetto ad altre parti del mondo: dal momento che una macchina non può assumersi responsabilità, non è possibile sostituire l’uomo in quelle attività in cui è necessario che qualcuno si accolli essa: nel caso prima menzionato del chirurgo, ad esempio, in caso di malfunzionamento, non si potrebbero individuare o attribuire responsabilità.

Molti lavori sicuramente cambieranno, alcuni posti di lavoro si perderanno ma, allo stesso modo, altri se ne creeranno. In futuro probabilmente vedremo scomparire tante professioni di oggi a favore di nuove professioni. In un nuovo equilibrio.

Anche perché questo risponde a una banale legge del mercato: se tutti perderanno il lavoro, come si potranno monetizzare le intelligenze artificiali stesse? A chi si potrà mai vendere un prodotto o un servizio se nessuno avrà più entrate?

Si ribadisce comunque che tutte le affermazioni di questo paragrafo sono frutto di una personalissima opinione, tuttavia mi piacerebbe sapere cosa ne pensi tu. Se ne hai voglia, commenta questo articolo e fammelo sapere.